Indice
- Conformità normativa e requisiti di accesso: il progetto è realizzabile?
- Ricerca delle risorse e accordi di collaborazione: da dove nasce il progetto?
- Valutazione di fattibilità: passaggi chiave prima della decisione
- Sopralluogo e definizione della soluzione tecnica
- Definizione dell’intesa e firma del contratto
Conformità normativa e requisiti di accesso: il progetto è realizzabile?
Sviluppare un impianto fotovoltaico per aziende in Italia non significa semplicemente “comprare moduli e cercare un tetto”. La possibilità normativa, le pratiche autorizzative e la conformità dell’impresa sono i presupposti essenziali. Ecco i passaggi chiave che ogni azienda deve chiarire all’inizio del progetto.
1. Politiche fotovoltaiche: determinano se il progetto vale la pena
Per capire se un progetto fotovoltaico aziendale conviene, bisogna prima valutare la solidità delle politiche di sostegno e la fluidità dell’iter autorizzativo. In Italia, la possibilità di accedere agli incentivi e la rapidità nel completamento delle pratiche di connessione influenzano direttamente la redditività e l’efficienza operativa del progetto.
Il supporto politico determina il valore dell’investimento
Attualmente, in Italia, i progetti di fotovoltaico per le aziende godono principalmente di tre forme di sostegno:
La prima è il meccanismo nazionale di incentivazione sulla tariffa di immissione in rete. Il programma FER gestito dal GSE offre una tariffa incentivata fissa per un massimo di 20 anni ai sistemi sopra i 200kW che abbiano completato la registrazione e la richiesta di connessione. La tariffa, determinata in base alla tecnologia e alla graduatoria, varia tra 80 e 120 €/MWh nel 2024.
La seconda è il meccanismo di autoconsumo con compensazione, tramite il modello Net Billing. Le imprese possono consumare prioritariamente l’energia prodotta e vendere l’eccesso in rete al prezzo di mercato, con conguaglio annuale. Questo schema è particolarmente vantaggioso per chi ha un’elevata percentuale di autoconsumo e si trova in aree con prezzi energetici alti, come il sud Italia dove le tariffe estive superano 0,30 €/kWh.
Infine, alcune regioni offrono incentivi fiscali per asset verdi: le apparecchiature fotovoltaiche possono godere di ammortamenti accelerati o esenzioni dall’IMU. Trattandosi di misure locali, è necessario valutarne la compatibilità caso per caso, in base alla posizione dell’impianto.
Queste politiche definiscono il modello di rendimento. Un impianto fotovoltaico aziendale che accede agli incentivi può rientrare nell’investimento in 5–8 anni; al contrario, un sistema senza incentivi dovrà puntare su un alto autoconsumo per mantenere una redditività sostenibile. È quindi fondamentale verificare la possibilità di accesso agli incentivi già nella fase iniziale.
L’iter amministrativo determina il ritmo di realizzazione
Le procedure autorizzative dei progetti fotovoltaici in Italia sono gestite a livello locale. Le modalità e le tempistiche possono variare sensibilmente tra regioni e comuni.
Il processo include solitamente la presentazione della SCIA o DIA; in alcune aree è richiesta anche una perizia sulla sicurezza strutturale o una relazione di impatto ambientale. Successivamente, si presenta la domanda di connessione al gestore di rete, allegando layout dell’impianto, schema dei cavi e altri documenti tecnici. Se si intende accedere agli incentivi, è necessario registrarsi presso il GSE e superare un controllo tecnico e documentale.
Nella maggior parte dei casi, il ciclo autorizzativo dura dai 2 ai 4 mesi. Tuttavia, se il progetto si trova in zona vincolata o centro storico, le tempistiche possono allungarsi significativamente, includendo ulteriori valutazioni. Le imprese devono pertanto stimare con attenzione i tempi burocratici, organizzando di conseguenza gli acquisti e i contratti per evitare ritardi dovuti all’iter amministrativo.

2. Vincoli in loco: determinano la realizzabilità effettiva
Il fatto che un progetto abbia ottenuto l’approvazione amministrativa non significa automaticamente che l’impianto fotovoltaico possa essere installato senza problemi. In Italia, la possibilità di realizzazione concreta dipende in larga misura dal rispetto delle normative tecniche sul sito di installazione.
Vincoli strutturali dell’edificio
- Il materiale del tetto consente l’aggiunta di guide o blocchi zavorrati?
- La struttura del capannone industriale supporta il carico dell’impianto? È necessario un intervento di rinforzo?
- Il tetto è situato in un centro storico o in una zona soggetta a vincoli culturali? Richiede autorizzazioni aggiuntive?
Normative antincendio, cablaggi e controlli
- Sono rispettate le distanze minime per i passaggi antincendio e la sicurezza dei cavi, secondo le normative locali?
- È possibile far passare i cavi lungo il tetto? Se si prevede l’attraversamento delle pareti o la posa interrata, è necessario il permesso comunale?
- Il progetto prevede sistemi aggiuntivi di monitoraggio, messa a terra o segnaletica obbligatoria?
Suggerimento: Durante la fase di preparazione documentale, è consigliabile organizzare subito un sopralluogo tecnico con il personale EPC per verificare in loco il rispetto della normativa. Questo aiuta a evitare modifiche ripetute alla soluzione tecnica e migliora l’efficienza nella realizzazione dell’impianto fotovoltaico per le aziende.
Ricerca delle risorse e accordi di collaborazione: da dove nasce il progetto?
Una volta chiarito che il progetto fotovoltaico aziendale è realizzabile, resta la domanda cruciale: da dove cominciare? Le risorse progettuali non arrivano da sole: vanno individuate in modo attivo. In Italia, i tetti adatti al fotovoltaico per le aziende non si trovano attraverso un unico canale: occorre una strategia multilivello per identificare quelli realmente negoziabili e tecnicamente validi.
1. Scenari potenziali: quali tetti cercare?
Il valore di un tetto non dipende solo dall’attuale consumo energetico, ma soprattutto da caratteristiche strutturali e tecniche come:
- Ampia superficie piana: consente l’installazione di un numero maggiore di moduli fotovoltaici aziendali in un’unica soluzione, riducendo il costo per watt;
- Buon orientamento e assenza di ombreggiamenti: massimizza la produzione annua senza dover rimuovere ostacoli successivamente;
- Struttura sana (no eternit): evita costi extra per permessi di rimozione o interventi di rinforzo.
Sulla base di questi criteri, i seguenti scenari risultano particolarmente promettenti per l’affitto tetti fotovoltaico o la realizzazione di impianti:
- Grandi capannoni industriali e magazzini logistici: con superfici piane di migliaia di metri quadrati, struttura uniforme e affidabile;
- Centri commerciali e supermercati all’ingrosso: tetti standardizzati e con proprietà ben definite, raramente complessi dal punto di vista architettonico;
- Edifici pubblici (scuole, ospedali): spesso dotati di tetti piani ampi e supportati da politiche di incentivazione locale;
- Stabilimenti in parchi industriali avanzati: altamente concentrati nel nord Italia, offrono risorse abbondanti ma con alta concorrenza, dove l'affitto tetto capannone per fotovoltaico richiede tempismo e selettività.
Suggerimento: nella fase iniziale è essenziale definire il profilo del cliente target, basandosi su livello dei prezzi dell’energia, disponibilità del tetto e tipologia del proprietario. Evitare approcci generici e dispersivi come il “parlare con chiunque abbia un tetto” migliora l’efficienza nello sviluppo di impianti fotovoltaici per le aziende.
2. Canali di risorse: dove trovare i progetti?
Le modalità di acquisizione dei progetti fotovoltaici aziendali in Italia sono piuttosto frammentate. È consigliabile adottare un approccio multilaterale, utilizzando contemporaneamente i seguenti canali:
- Enti locali e gestori di parchi industriali: alcune regioni e province dispongono di piattaforme dedicate all’attrazione di investimenti in energie rinnovabili (es. Lombardia Green), che possono offrire opportunità di affitto tetti per fotovoltaico in progetti concentrati nei distretti industriali;
- Ingegneri fotovoltaici e canali EPC: risalire ai proprietari di siti attraverso progetti già avviati o contatti diretti con chi ha realizzato impianti fotovoltaici per aziende;
- Associazioni di categoria e camere di commercio: in enti come Confartigianato o Confindustria sono frequenti eventi sull’energia, utili per presentazioni e primi contatti;
- Piattaforme online e reti energetiche B2B: come Energia Europa o Gruppo Acquisto Energia, ideali per promuovere modelli di impianto fotovoltaico senza investimento e affitto tetto per impianto fotovoltaico;
- Attività sul campo e visite a freddo: per le PMI, il sopralluogo tecnico può rilevare trasformatori, quadri elettrici e conformazione del tetto, portando alla scoperta di impianti medio-piccoli spesso trascurati.
3. Primo contatto: come avviare l’interesse alla collaborazione?
Una volta identificata una risorsa, la prima fase di comunicazione non deve puntare alla “vendita”, ma al “riconoscimento”. Bisogna verificare se il proprietario del sito soddisfa tre condizioni fondamentali:
- Proprietà chiara: il tetto è di proprietà dell’azienda? Ci sono vincoli di locazione?
- Carico stabile: l’impresa presenta una struttura di consumo con autoconsumo ≥60% annuo?
- Interesse alla collaborazione: è aperta a modelli come fotovoltaico senza investimento, condivisione dei ricavi, certificazioni di risparmio energetico aziendale?
Suggerimento: evitare di proporre soluzioni complete al primo incontro. È meglio presentare casi precedenti e strumenti di valutazione energetica personalizzata. La costruzione del rapporto deve essere graduale: in molte aree del centro e sud Italia, la fiducia reciproca vale più del prezzo proposto.
Valutazione di fattibilità del progetto: giudizi critici prima della decisione
Tra l’intenzione di collaborazione e la realizzazione effettiva di un impianto fotovoltaico per aziende, esiste una fase cruciale: stabilire se il progetto merita realmente di essere sviluppato. In questa fase non si entra ancora nei dettagli tecnici, ma si valuta la fattibilità di base a partire dalle risorse disponibili, dalle condizioni del sito e dalla struttura elettrica.
1. Preparazione iniziale: valutare la fattibilità dell’implementazione
Una volta raggiunto un accordo di collaborazione, il promotore del progetto deve avviare immediatamente il sopralluogo e l’analisi preliminare dei dati, per verificare la possibilità concreta di realizzare l’impianto fotovoltaico aziendale. I controlli chiave includono:
- Verifica della struttura del tetto: identificare il tipo di copertura (cemento, lamiera, eternit) e verificare se è adatta all’installazione o necessita di rinforzi. In caso di tetto in amianto, è necessario richiedere un permesso di rimozione specifico;
- Verifica di proprietà e diritti d’uso: analizzare i documenti catastali per accertarsi che il tetto appartenga al proprietario e che non vi siano vincoli di affitto o comproprietà;
- Identificazione di aree sensibili: secondo i regolamenti comunali, verificare se il sito rientra in zone sottoposte a tutela culturale, centri storici o aree industriali sensibili che richiedono autorizzazioni aggiuntive.
Questa fase rappresenta le fondamenta di tutto lo sviluppo successivo. Trascurare un vincolo rilevante può comportare la revisione del progetto tecnico o persino l’interruzione completa dell’impianto fotovoltaico per imprese.

2. Valutazione della connessione elettrica e della struttura di carico: il sistema energetico è adeguato?
Anche se la struttura del tetto e le condizioni amministrative sono favorevoli, un impianto fotovoltaico per azienda può essere realizzato solo se l’infrastruttura elettrica e la domanda di energia risultano compatibili. È fondamentale valutare se l’impresa ha un consumo stabile e se è possibile sfruttare l’autoconsumo e collegarsi alla rete.
- Capacità del trasformatore e possibilità di connessione
L’impresa deve verificare che il trasformatore in uso abbia una capacità sufficiente e che l’impianto fotovoltaico per le aziende possa immettere energia nella rete. In presenza di limiti tecnici, si dovrà valutare una soluzione di limitazione della potenza o la fattibilità tecnica ed economica della sostituzione del trasformatore. - Caratteristiche del carico e modello di consumo
È necessario analizzare la curva di carico e la distribuzione oraria dei consumi. Se la produzione solare è concentrata durante il giorno e coincide con i picchi di carico e le fasce orarie a maggiore costo (es. tra le 12:00 e le 16:00, con prezzi >0,30 €/kWh), allora il modello di impianto fotovoltaico autoconsumo risulta particolarmente vantaggioso. - Valutazione preliminare della connessione alla rete
Attraverso E-distribuzione o altri distributori locali si deve confermare la disponibilità di capacità al punto di connessione e valutare l’eventuale modifica della posizione di accesso. Per impianti oltre i 200 kW, è consigliabile verificare se sono rispettati i requisiti tecnici per accedere agli incentivi FER.
3. Valutazione preliminare di redditività e rischi: ha senso andare avanti?
Prima di procedere alla progettazione esecutiva o alla redazione del contratto, l’azienda sviluppatrice deve effettuare un’analisi preliminare di ritorno economico e rischi. Anche senza costruire un modello finanziario dettagliato, è consigliabile stimare il potenziale rendimento e i principali punti di rischio.
Analisi della struttura di rendimento
In base alla potenza dell’impianto, al tasso di autoconsumo, alla differenza di prezzo tra acquisto e vendita dell’energia, e alla presenza di incentivi, si può calcolare un ritorno statico approssimativo. Generalmente, un impianto fotovoltaico per imprese con incentivo FER e autoconsumo superiore al 40% può raggiungere il pareggio tra 5 e 8 anni; un impianto senza incentivo ma con costi elettrici elevati (>0,25 €/kWh) può risultare comunque interessante se l’autoconsumo supera il 60%.
Stima del rendimento: formula base
Rendimento annuo stimato ≈ Produzione annua × % Autoconsumo × Differenza Prezzo + Energia immessa × Prezzo vendita + Incentivi
(Nota: Differenza Prezzo = Tariffa aziendale – Tariffa di immissione in rete)
Identificazione dei rischi e meccanismi di mitigazione: costruire una base solida per la decisione d’investimento
Sebbene i progetti di fotovoltaico per imprese godano di un forte supporto politico e di tecnologie mature, le fasi iniziali presentano ancora incertezze legate a iter autorizzativi, cambi normativi e condizioni del sito. Per questo motivo, è essenziale costruire un efficace sistema di gestione del rischio per garantire un ritorno stabile sull’investimento.
- Rischi legati alle politiche pubbliche: è consigliabile monitorare attentamente la cadenza delle aste FER, la frequenza di aggiornamento dei prezzi dell’energia e la possibilità futura di una graduale eliminazione degli incentivi. Se l’impianto fotovoltaico per azienda non può contare su un incentivo stabile, è opportuno costruire fin dall’inizio uno scenario di rendimento conservativo ed evitare espansioni eccessive.
- Incertezza nei tempi autorizzativi: i 2–4 mesi medi di attesa devono essere inclusi nel piano di gestione dei flussi di cassa. È utile prevedere nel contratto clausole di pagamento a scaglioni o di consegna differita, per ridurre la pressione finanziaria in caso di ritardi burocratici.
- Problemi strutturali o di rete imprevisti: si consiglia di inserire nella cornice contrattuale iniziale una clausola di “uscita” o “validità subordinata alla fattibilità tecnica”. In questo modo, se le condizioni del sito si rivelano inadatte, è possibile interrompere legalmente la collaborazione evitando conflitti futuri.
- Piani alternativi per la redditività: oltre allo scenario principale, è utile che lo sviluppatore calcoli anche un piano di ritorno sull’investimento basato su ipotesi conservative (incentivo ridotto e autoconsumo medio), per confermare che l’impianto fotovoltaico per le aziende resti comunque economicamente sostenibile in condizioni meno favorevoli.
Solo se il progetto supera queste valutazioni, vale la pena investire in progettazione tecnica, acquisti e negoziazione. Al contrario, è preferibile interrompere precocemente, per evitare lo spreco di risorse.
Sopralluogo e definizione della soluzione tecnica: il punto di svolta dal concetto alla realizzazione
Dopo aver completato la valutazione preliminare della fattibilità e della redditività, il progetto entra nella fase di preparazione alla progettazione. In questa fase è necessario eseguire un sopralluogo tecnico strutturato per raccogliere dati fondamentali e sviluppare una proposta tecnica concreta, che fungerà da base per il contratto e per l’esecuzione dell’impianto fotovoltaico per azienda.
1. Aspetti chiave del sopralluogo
Gli ingegneri di sistema devono recarsi in loco per raccogliere le seguenti informazioni essenziali e identificare potenziali rischi:
- Conferma delle dimensioni del tetto e dell’area disponibile: misurare gli spazi di installazione, le zone da evitare e gli elementi che possono ostacolare la disposizione (tubi, lucernari, passaggi antincendio, ecc.);
- Analisi della portata e del carico strutturale: in base ai rapporti strutturali preliminari, verificare se la copertura è compatibile con i moduli e le strutture di supporto previsti, o se sono necessari interventi di rinforzo;
- Percorsi di cablaggio e posizionamento degli apparecchi: definizione preliminare delle posizioni di inverter, string box, quadri AC e percorsi dei cavi, per evitare modifiche costose in fase di realizzazione;
- Valutazione delle condizioni di sicurezza e installazione: verificare eventuali vincoli per lavori in quota, la necessità di permessi speciali o di strutture ausiliarie (es. bocchettoni per sollevamento, ponteggi, ecc.).
Questa fase rappresenta un passaggio tecnico imprescindibile per garantire la realizzabilità e l’efficienza di un progetto di fotovoltaico per imprese ben strutturato.

2. Principi per la definizione della soluzione tecnica
In base alle condizioni rilevate sul sito e agli obiettivi dell’impresa, la proposta tecnica deve trovare un equilibrio tra prestazioni, economicità e fattibilità operativa per l’impianto fotovoltaico aziende.
- Scelta dei moduli e disposizione spaziale: in funzione dell’orientamento del tetto, della presenza di ombreggiamenti e delle condizioni termiche, si selezionano tecnologie ad alta efficienza, con basso coefficiente di temperatura o maggiore adattabilità (es. IBC, TOPCon, HJT), per ottimizzare la produzione per metro quadro;
- Progettazione dell’inverter e della struttura di sistema: a seconda della potenza installata e della distribuzione sul tetto, si opta per configurazioni con inverter centralizzato o di stringa, bilanciando facilità di manutenzione e controllo dei costi;
- Conformità alla rete e antincendio: predefinizione della capacità di connessione e delle misure di protezione, con indicazione chiara delle distanze elettriche e dei corridoi antincendio, per prevenire criticità in fase autorizzativa o esecutiva;
- Compatibilità con espansioni e accumulo: se l’azienda prevede future estensioni o l’integrazione di sistemi di accumulo, è utile predisporre spazi, canaline e interfacce per contenere i costi futuri di modifica dell’impianto fotovoltaico per imprese.
Una volta completata la progettazione tecnica, è necessario avviare parallelamente la preparazione dell’offerta economica e del quadro contrattuale, garantendo che ogni decisione sia supportata da basi tecniche concrete e realizzabili.
Tabella di compatibilità delle tecnologie dei moduli in base alle diverse tipologie di tetto
Definizione dell’intesa e firma del contratto: dal progetto tecnico all’impegno legale
Una volta completata la progettazione tecnica, il preventivo e la pianificazione preliminare degli acquisti, il progetto fotovoltaico per le aziende deve passare rapidamente alla formalizzazione dell’accordo legale, per trasformare i contenuti tecnici in documenti contrattuali vincolanti.
1. Definizione delle clausole e firma dell’accordo vincolante
È consigliabile utilizzare come base contrattuale un PPA, un contratto EPC o un modello ibrido (es. EPC + O&M), da adattare in base alla modalità di collaborazione concordata tra le parti. Gli elementi chiave da definire includono:
- Ripartizione delle responsabilità: chi si occupa dell’acquisto dei moduli, della gestione del cantiere, delle pratiche di connessione alla rete per l’impianto fotovoltaico industriale;
- Scadenze fondamentali: tempistiche per autorizzazioni, consegna attrezzature, collaudo per la connessione;
- Struttura dei pagamenti: acconto, pagamenti a stato avanzamento lavori, saldo finale o rateizzazioni basate sulla produzione;
- Clausole di rischio: inserimento di condizioni su forza maggiore, penali per ritardi, diritto di recesso.
Per ridurre il rischio di scostamenti tra progetto e realtà, è opportuno che il team di gestione verifichi in anticipo sul campo la fattibilità operativa di ogni clausola contrattuale, per evitare disallineamenti tra quanto previsto sulla carta e quanto realizzabile.
2. Offerte e acquisti in parallelo: garantire la disponibilità delle risorse
Dopo la firma del contratto, bisogna avviare senza indugio le procedure formali di approvvigionamento e di offerta definitiva, comprese quelle per moduli, inverter, strutture di supporto e servizi di installazione. Si consiglia che il coordinamento sia affidato a un EPC contractor, per garantire la coerenza tra contratto e capitolato tecnico, evitando modifiche successive e ritardi nella realizzazione del fotovoltaico per le aziende.
Tre aspetti contrattuali richiedono particolare attenzione:
- Evitare modelli standardizzati: in Italia, le normative su incentivi, connessioni e requisiti variano da regione a regione. I contratti devono essere personalizzati con l’assistenza di consulenti legali esperti in normativa locale;
- Adeguamento ai requisiti normativi: in particolare per progetti con incentivi FER, le condizioni di idoneità possono includere scadenze di completamento e configurazioni tecniche. È quindi essenziale il confronto con un consulente normativo prima della firma;
- Flessibilità contrattuale: in caso di bandi o attese per contingenti, conviene prevedere margini di flessibilità sui tempi di avvio lavori e pagamenti, per attenuare gli impatti derivanti da cambiamenti di scenario.
La definizione tecnica deve sempre procedere di pari passo con l’offerta economica e la stesura contrattuale, per garantire che ogni scelta progettuale sia supportata da basi legali e operative, e per facilitare l’implementazione dell’impianto e il collaudo finale.
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Riferimenti
Gestore dei Servizi Energetici (GSE). (2024). Sistema di incentivazione FER per progetti fotovoltaici. Recuperato da https://www.gse.it
E-distribuzione. (n.d.). Procedure di accesso e connessione alla rete elettrica per progetti fotovoltaici. Recuperato da https://www.e-distribuzione.it
ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente). (2024). Tariffe elettriche commerciali e regolamento sul Net Billing. Recuperato da https://www.arera.it
Confartigianato. (n.d.). Progetti energetici per le imprese e disponibilità di tetti. Recuperato da https://www.confartigianato.it
Lombardia Green. (n.d.). Opportunità di investimento in energia verde in Lombardia. Recuperato da https://www.regione.lombardia.it/wps/portal/istituzionale/
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