Indice
- Perché nel 2025 conviene investire subito nel fotovoltaico per le aziende?
- I tre criteri logici per decidere oggi sull’installazione di un impianto fotovoltaico
- È il momento giusto per questi modelli di investimento fotovoltaico?
- Soglie di redditività e fattibilità dell’investimento fotovoltaico
- Conclusioni: rivalutare il valore strategico del fotovoltaico per imprese
Perché nel 2025 conviene investire subito nel fotovoltaico per le aziende?
1. Le aziende sono ormai il motore principale della crescita fotovoltaica
Secondo i dati pubblicati da Italia Solare, nel 2024 la nuova capacità installata di impianti fotovoltaici in Italia ha raggiunto 6,8 GW, con una crescita del 30% rispetto all’anno precedente, segnando un nuovo record storico. Tuttavia, questa crescita non è stata guidata dagli utenti domestici, bensì da grandi impianti a terra e sistemi fotovoltaici aziendali:
- I grandi progetti hanno registrato 3.045 MW di nuova capacità installata, con un aumento annuo del 163%;
- I sistemi fotovoltaici per imprese hanno aggiunto 1.961 MW, in crescita dell’8%;
- Gli impianti domestici, al contrario, sono diminuiti del 21%, fermandosi a 1.789 MW.
Questa divergenza dimostra come il baricentro del mercato fotovoltaico si stia rapidamente spostando dai piccoli impianti domestici a sistemi centralizzati destinati alle aziende. Il fotovoltaico aziendale è ormai uno dei principali motori della transizione energetica.
Inoltre, incentivi, accesso alla rete elettrica e autorizzazioni per l’uso dei tetti o del suolo saranno sempre più orientati verso grandi progetti industriali. Continuare a pianificare con un approccio attendista rischia di far perdere alle aziende l’attuale finestra strategica per affittare tetti fotovoltaici o valutare l’affitto di tetto capannone per fotovoltaico. Il 2025 rappresenta un punto di svolta in cui l’investimento nel fotovoltaico per le aziende passa da “opzione” a “priorità”.
2. Prezzi dell’energia elevati spingono le aziende a puntare sul fotovoltaico
Negli ultimi anni, il prezzo dell’elettricità per le aziende in Italia è rimasto su livelli elevati. Secondo i dati pubblicati da ARERA per il 2024, la maggior parte delle piccole e medie imprese paga in media oltre 0,25 €/kWh, ben al di sopra della media europea. Questa pressione sui costi sta erodendo i margini di profitto, in particolare nei settori ad alto consumo energetico come manifattura, catene del freddo e logistica.
Al contrario, un impianto fotovoltaico per azienda in modalità di autoconsumo ha un costo per kWh compreso generalmente tra 0,06 e 0,10 €/kWh, con un tempo di rientro dell’investimento stimato in 4–6 anni. Questo significa che ogni kWh di energia consumata internamente può generare un risparmio energetico aziendale di oltre 0,15 €/kWh, con benefici economici annuali rilevanti.

Fonti dei dati: Prezzi di rete elettrica da rapporto ARERA 2024;
Costi della produzione fotovoltaica basati su stime di progetti fotovoltaici aziendali nel Sud Italia (2023–2024)
3. Pressione normativa e urgenza di transizione verde
Oltre ai fattori economici, la crescente pressione normativa rende l’investimento in fotovoltaico per le aziende una necessità strutturale. La Direttiva UE sulla rendicontazione di sostenibilità aziendale (CSRD) è ormai in vigore e impone alle medie e grandi imprese di dichiarare la propria struttura energetica e le emissioni di CO₂. Le imprese che non dispongono di capacità rinnovabile autonoma rischiano limitazioni in ambiti come finanziamenti, gare pubbliche o esportazioni.
Anche le politiche nazionali italiane si stanno allineando. Il “Decreto Clima” impone l’obbligo di installazione di impianti fotovoltaici su tutti i nuovi edifici, mentre il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) prevede un obiettivo del 30% di copertura da fonti rinnovabili entro il 2030. L’adozione di un impianto fotovoltaico per imprese non è più una scelta facoltativa per il risparmio energetico, ma un obbligo strutturale per la conformità normativa.
In questo contesto, anche formule come l’affitto tetto fotovoltaico o l’affitto tetto capannone per fotovoltaico rappresentano soluzioni concrete per chi non possiede edifici di proprietà, consentendo comunque di soddisfare i requisiti normativi senza investimento diretto.
4. Il divario Nord-Sud genera un “bonus di localizzazione”
A livello di risorse geografiche, l’Italia mostra una marcata differenza tra Nord e Sud. Le regioni meridionali dispongono di maggiore irradiazione solare e di spazi più ampi sui tetti e sui terreni, offrendo un vantaggio naturale per l’installazione di impianti fotovoltaici aziendali di grandi dimensioni.
- La regione Puglia si è classificata tra le prime tre in Italia per nuova capacità installata nel 2024;
- Il Lazio ha registrato una crescita del 300% nella capacità installata di grandi impianti a terra;
- Al contrario, le regioni del Nord come Lombardia e Veneto mostrano una crescita più contenuta.
Questa differenza strutturale implica che gli impianti fotovoltaici realizzati al Sud producono rendimenti unitari più elevati e tempi di ritorno più brevi rispetto a quelli del Nord. Per settori come logistica, stoccaggio e agricoltura, è consigliabile individuare fin da subito tetti esposti a Sud o terreni in affitto per fotovoltaico nel Mezzogiorno, approfittando della finestra attuale di disponibilità. Chi investe oggi potrà beneficiare di ritorni stabili nei prossimi dieci anni.
Valutazione tripla per decidere se installare ora un impianto fotovoltaico
Prima di decidere se installare un impianto fotovoltaico per azienda, è fondamentale valutare se ci si trovi realmente in una finestra favorevole per l’investimento. Questa valutazione non può basarsi solo sui prezzi dei pannelli o sul costo dell’elettricità, ma deve includere anche l’orientamento delle politiche nazionali, le condizioni di fattibilità del progetto e i meccanismi di incentivo, per una visione completa.
1. La direzione politica è chiara e stabile?
In Italia, la direzione è già ben definita. Il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), pubblicato nel 2019, ha fissato l’obiettivo di raggiungere il 30% di energia da fonti rinnovabili e ridurre del 55% le emissioni di gas serra entro il 2030. Nel 2022, la protezione dell’ambiente è stata inserita nella Costituzione italiana, rafforzando l’obbligo giuridico alla transizione energetica.
Questi obiettivi di policy non sono solo di lungo termine, ma si stanno rapidamente traducendo in obblighi concreti: il Decreto Clima promuove l’integrazione del fotovoltaico nella pianificazione edilizia; gli strumenti fiscali vengono estesi agli investimenti aziendali; e il sistema di connessione alla rete sta continuando a liberare nuova capacità.
Per le aziende, ciò significa che il fotovoltaico aziendale è passato da una “opzione incoraggiata” a una “priorità strutturale”. Nei prossimi anni, gli incentivi, le quote di accesso alla rete e le priorità autorizzative si concentreranno sui progetti allineati con gli obiettivi nazionali.
Aspettare la fine degli incentivi o l’intasamento delle connessioni può far perdere l’occasione di usufruire dei vantaggi strutturali oggi disponibili anche tramite modelli come il fotovoltaico senza investimento o l’affitto tetto per impianto fotovoltaico.

2. Il progetto dispone delle condizioni per essere realizzato?
Anche con una direzione politica favorevole, le aziende devono affrontare un quesito pratico: il mio progetto ha davvero le condizioni per essere realizzato? Esistono ostacoli tecnici, edilizi o di connessione? Dal 2024, il contesto operativo in Italia sta evolvendo: alcuni vincoli vengono rimossi, e le regole diventano più chiare.
- Condizioni edilizie più stringenti
Il Decreto Clima richiede che i nuovi edifici prevedano spazi per impianti fotovoltaici già in fase di progettazione. Molti enti locali stanno includendo il fotovoltaico nella valutazione urbanistica per ampliamenti industriali o magazzini. Le imprese che non prevedono un impianto fotovoltaico per azienda potrebbero subire ritardi nelle autorizzazioni o nei tempi di costruzione. - Capacità di connessione in espansione
Le regioni del Sud Italia, pur avendo buone risorse solari, hanno sofferto di limiti alla connessione di rete. Nel 2024, Terna – il gestore della rete – ha annunciato un investimento di 18 miliardi di euro per aumentare la capacità di rete, migliorare la gestione regionale e sviluppare infrastrutture di accumulo. Nei prossimi 2–3 anni si prevede un netto miglioramento per i progetti di medie e grandi dimensioni. - Ottimizzazione dei processi autorizzativi
I sistemi fotovoltaici superiori a una certa potenza richiedono iter autorizzativi e registrazioni tecniche. Tuttavia, diverse regioni stanno attivando Sportelli Unici per semplificare e accelerare le pratiche per gli utenti aziendali.
Se l’impresa dispone di un tetto stabile, di un profilo di carico definito e di spazio per la progettazione, avviare ora l’iter autorizzativo e tecnico consente di posizionarsi in vantaggio nella futura competizione per le risorse, anche in vista di soluzioni come l’affitto tetti fotovoltaico o l’affitto tetto capannone per fotovoltaico.
3. La struttura dell’investimento garantisce un ritorno affidabile?
Uno dei fattori centrali per le aziende che valutano l’installazione di un impianto fotovoltaico è la stabilità e la prevedibilità del ritorno economico. Anche in un contesto con incentivi in progressiva riduzione, è ancora possibile costruire una struttura di rendimento chiara attraverso i seguenti strumenti:
- Agevolazioni fiscali ancora attive
Le aziende possono usufruire del Super Ammortamento, che consente di dedurre il 110% del valore dell’investimento, riducendo così l’imposta sul reddito. Gli impianti fotovoltaici possono inoltre essere registrati come beni strumentali, migliorando il rating ambientale dell’impresa e facilitando l’accesso al credito. - Meccanismi di reddito stabili ancora disponibili
I progetti inclusi nei registri di supporto possono beneficiare di tariffe incentivanti fisse fino a 20 anni. Per gli impianti in autoconsumo, con un prezzo medio dell’energia elettrica commerciale superiore a 0,25 €/kWh, il risparmio energetico può superare 0,15 €/kWh, generando rendimenti interni prevedibili e duraturi. - Meccanismi di mercato e competitività del sistema
Nell’asta del 2023 per 1,2 GW, il prezzo più basso aggiudicato è stato di soli 0,048 €/kWh. Ciò dimostra che impianti fotovoltaici industriali efficienti e ben progettati possono offrire un ritorno economico positivo anche senza incentivi, aumentando l’autonomia economica delle imprese.
Per le imprese che dispongono di consumo elettrico costante e tetti disponibili, è il momento ideale per installare un impianto fotovoltaico per azienda: non solo per cogliere gli incentivi attuali, ma anche per fissare oggi il tetto massimo del costo dell’energia per i prossimi 20 anni.
È questo il momento migliore per investire nei modelli fotovoltaici attuali?
Per le aziende che stanno pianificando l’adozione del fotovoltaico, la scelta del modello d’investimento più adatto ha un impatto diretto sull’efficienza dell’uso del capitale, sui tempi di rientro e sulla flessibilità operativa. Tra il 2024 e il 2025, mentre la struttura degli incentivi si stabilizza e i percorsi autorizzativi si chiariscono, tre principali modelli di investimento in impianti fotovoltaici per imprese si sono consolidati: sono oggi eseguibili e finanziariamente gestibili.

1. Modello con investimento diretto: alto autoconsumo + alto rendimento
L’azienda investe direttamente nella costruzione dell’impianto fotovoltaico, utilizzando principalmente l’energia per autoconsumo e immettendo l’eccesso in rete. È il modello ideale per settori come manifattura, catene del freddo e logistica, dove il prezzo dell’energia supera stabilmente 0,25 €/kWh, il carico elettrico è costante e si dispone di tetti propri. Con la riduzione dei costi dei moduli, le agevolazioni fiscali ancora attive e i prezzi dell’energia difficili da ridurre nel breve termine, la redditività è attualmente al suo massimo storico. Investire ora in un impianto fotovoltaico per azienda significa anticipare il ciclo di risparmio energetico e fissare un vantaggio competitivo sui costi a lungo termine.
2. Modello di autoconsumo in partnership: tecnologia + condivisione del capitale
L’impresa mette a disposizione il tetto, mentre un partner tecnologico si occupa dell’investimento, della costruzione e della manutenzione. L’energia viene fornita all’impresa a un prezzo contrattuale, inferiore del 10–30% rispetto al mercato. Il modello si basa su contratti PPA (Power Purchase Agreement), solitamente con durata di 10–15 anni, e non richiede alcun investimento iniziale da parte dell’azienda. Con la progressiva uscita degli incentivi, il mercato dei PPA si sta concentrando su aziende solide, con iter autorizzativi e finanziari ormai standardizzati. Sottoscrivere oggi un PPA significa assicurarsi energia a prezzo agevolato durante la finestra favorevole, evitando i rischi futuri legati all’instabilità dei prezzi.
3. Modello di affitto del tetto: zero investimento + reddito da locazione
L’azienda concede in affitto il proprio tetto a un soggetto terzo, che si occupa di installare e gestire l’impianto fotovoltaico. L’impresa riceve un canone fisso o una riduzione sulla bolletta elettrica. È particolarmente adatto per parchi industriali, centri logistici o punti vendita con ampie superfici ma consumi contenuti. In questo scenario, l’affitto tetto fotovoltaico e l’affitto tetto capannone per fotovoltaico sono strumenti sempre più richiesti: le quote di rete sono ancora limitate e i tetti di qualità sono molto ambiti dagli sviluppatori. Firmare ora consente di ottenere condizioni migliori e priorità nel collegamento alla rete.
In sintesi, che si tratti di investimento diretto, autoconsumo in partnership o affitto tetto per impianto fotovoltaico, tutti i modelli sono oggi attuabili, prevedibili e redditizi. Avviare ora la realizzazione di un impianto fotovoltaico per le aziende significa non solo ridurre la soglia iniziale grazie alle politiche ancora in vigore, ma anche posizionarsi strategicamente prima che incentivi, risorse e margini si restringano ulteriormente.
Soglie di redditività e fattibilità dell’investimento fotovoltaico
La decisione di un’azienda di installare un impianto fotovoltaico non può basarsi solo su tendenze generali: è fondamentale valutare le proprie condizioni interne. Solo quando la struttura finanziaria, le risorse disponibili e il profilo di consumo sono allineati, si può effettivamente accedere a un investimento con ritorni misurabili. Ecco tre indicatori fondamentali per capire se si è pronti a partire con un investimento in fotovoltaico per le aziende:
1. Prezzo dell’elettricità ≥ 0,25 €/kWh: punto di partenza del margine di profitto
In Italia, il costo dell’energia per le imprese è storicamente superiore alla media europea. Molte PMI nei settori manifatturiero, della catena del freddo o della logistica superano ormai i 0,25 €/kWh. Se la maggior parte dell’energia prodotta dall’impianto può essere utilizzata in autoconsumo, il fotovoltaico non è solo una misura di efficienza, ma uno strumento diretto di riduzione dei costi. Più alto è il prezzo dell’energia, più breve sarà il tempo di ritorno dell’investimento.
2. Irraggiamento annuo ≥ 1500 kWh/m²: garanzia di efficienza del sistema
Nelle regioni del Centro-Sud Italia, l’irraggiamento solare si attesta stabilmente tra 1500 e 1800 kWh/m² all’anno, rendendo il Paese uno dei migliori in Europa per condizioni di insolazione. Con moduli ad alta efficienza e un layout ben progettato, è possibile garantire una produzione costante e performante. Solo se il sistema produce, si può parlare di ritorno.
3. Superficie disponibile sul tetto ≥ 1000 m²: scala ottimale per ritorni stabili
Una superficie utile di almeno 1000 m² permette l’installazione di un impianto da 100–150 kWp. Questo tipo di impianto fotovoltaico per azienda può coprire tra il 20% e il 60% del fabbisogno energetico. Ciò garantisce economie di scala, riduce il costo per kW installato e assicura una redditività più stabile, soprattutto nei sistemi con autoconsumo elevato.
Per le aziende che soddisfano queste tre condizioni, è il momento giusto per agire. L’attuale contesto di incentivi e opportunità rende urgente anticipare la concorrenza: chi agisce ora può sfruttare vantaggi economici e allocativi prima che le risorse e i margini si restringano.
Caso aziendale:
Un’impresa di logistica situata nel Sud Italia ha installato nel 2021 un impianto fotovoltaico con una potenza di circa 180 kWp. Il profilo di consumo includeva principalmente aria condizionata e raffrescamento diurno per i magazzini, con un tasso di autoconsumo superiore al 75%. Con un prezzo dell’elettricità di 0,28 €/kWh, l’investimento si è ripagato in meno di quattro anni. Ora il sistema entra in una fase di ritorni stabili per 20 anni, con un costo unitario dell’energia prodotto tra 0,08 e 0,09 €/kWh, riducendo significativamente i costi energetici aziendali.
Tabella di valutazione rapida – 4 indicatori chiave
Nota: se un’azienda soddisfa almeno tre di questi quattro criteri, si può ritenere che l’investimento in fotovoltaico per le aziende abbia una solida base di redditività e possa passare alla fase di progettazione tecnica e valutazione finanziaria.
Conclusione: rivalutare il valore strategico del fotovoltaico per imprese nel lungo termine
In un contesto di prezzi energetici elevati, incentivi in riduzione e crescente scarsità di risorse di rete, la domanda chiave non è più “se investire”, ma “quando farlo”. E la risposta, per molte aziende ad alto consumo energetico, è: ora. Le barriere tecnologiche sono ormai ridotte, i modelli di rendimento consolidati. Ciò che conta davvero oggi è saper cogliere la finestra temporale ancora aperta.
I prezzi dell’energia restano strutturalmente alti, gli incentivi – sebbene in contrazione – offrono ancora margini concreti di utilizzo, e i costi dei moduli fotovoltaici sono in fase di stabilizzazione. Parallelamente, però, l’accesso alla rete e le autorizzazioni stanno diventando più complessi: il fattore tempo sta rapidamente diventando decisivo nella valutazione di un investimento in fotovoltaico aziendale.
Il momento giusto per avviare un impianto fotovoltaico per azienda non durerà per sempre. Ritardare significa esporsi a maggiori incertezze sui costi, a iter autorizzativi più lenti e a minore visibilità sui ritorni futuri. L’investimento oggi consente non solo di ottimizzare il costo dell’energia, ma di prendere il controllo strategico sulla propria struttura energetica, proteggendosi da rischi futuri.
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Riferimenti
Italia Solare, 2024. Statistiche sull’installazione fotovoltaica in Italia (Q1–Q4 2024).
https://www.italiasolare.eu
ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente), 2024. Relazione annuale sul mercato elettrico italiano.
https://www.arera.it
Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), 2019. Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC).
https://www.mase.gov.it
Terna Rete Elettrica Nazionale, 2024. Piano di sviluppo della rete elettrica nazionale 2023–2032: Investimenti per capacità di connessione e accumulo.
https://www.terna.it
Direttiva (UE) 2022/2464 – Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD). Gazzetta ufficiale dell'Unione Europea.
https://eur-lex.europa.eu
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