Introduzione
Con l’accelerazione della transizione energetica in Europa, i progetti di fotovoltaico per le aziende stanno vivendo una crescita significativa. La scelta del modulo è ormai un fattore chiave che incide direttamente sui profitti e sul rendimento dell’investimento. Tuttavia, di fronte a un mercato sempre più complesso, con tecnologie come PERC tradizionale, TOPCon ad alta efficienza, HJT e l’avanzata IBC, molte aziende si pongono domande fondamentali:
- Quale tipo di modulo è più adatto al mio impianto fotovoltaico per azienda?
- Una scelta sbagliata può portare a perdite economiche?
- Quali tecnologie saranno davvero adatte per investimenti a lungo termine nel 2025?
A partire dalla realtà del mercato fotovoltaico aziendale europeo, questo articolo fornisce un’analisi approfondita delle principali tecnologie di moduli fotovoltaici, con raccomandazioni pratiche basate sui diversi scenari applicativi. L’obiettivo è aiutare le imprese a prendere decisioni consapevoli e garantire una produzione stabile e un ritorno sostenibile nel tempo.
Stato attuale e sfide nella scelta dei moduli fotovoltaici per il settore commerciale e industriale nel 2025
Secondo i dati più recenti di SolarPower Europe, nel 2024 l’Europa ha registrato oltre 60 GW di nuova capacità fotovoltaica installata, con i progetti fotovoltaici aziendali che rappresentano il 35% del totale, subito dopo le centrali a terra. Germania, Italia e Francia si confermano le aree chiave per la rapida realizzazione di impianti fotovoltaici per le aziende.
In questi progetti, la selezione dei moduli fotovoltaici è una fase cruciale dello sviluppo. Attualmente, il mercato europeo del fotovoltaico per imprese presenta una crescente diversificazione tecnologica: i moduli PERC tradizionali coprono circa il 70%, mentre le nuove tecnologie ad alta efficienza come TOPCon, HJT e IBC stanno rapidamente guadagnando terreno, raggiungendo quasi il 20%, con miglioramenti tecnici in continua evoluzione.
Con la crescente complessità delle tipologie e dei parametri tecnici, le imprese si trovano sempre più spesso ad affrontare sfide e incertezze nella selezione dei moduli:
1. Con così tante opzioni disponibili, quale scegliere?
Con l’evoluzione costante delle tecnologie, il mercato del fotovoltaico aziendale europeo offre oggi moduli sempre più efficienti e complessi, con differenze significative in termini di potenza di uscita, risposta alla temperatura, parametri elettrici, dimensioni e peso. Questo rende la scelta molto più difficile.
Per gli impianti fotovoltaici aziendali, scegliere il modulo sbagliato non solo compromette l’efficienza energetica, ma può avere effetti a catena sull’intero impianto: dal progetto delle strutture di supporto, alla compatibilità con gli inverter, fino al cablaggio e alla sicurezza del sistema. I moduli non sono più semplici “componenti hardware”, ma variabili centrali che determinano le prestazioni complessive del sistema.
Per fare la scelta giusta, occorre seguire tre passaggi fondamentali:
- Valutare l’efficienza: una differenza tra 22,5% e 23,5% può sembrare minima, ma nell’arco di vita dell’impianto fotovoltaico per azienda può tradursi in oltre 10.000 kWh di produzione aggiuntiva all’anno;
- Analizzare il coefficiente di temperatura: nelle aree calde del Sud Europa, una differenza tra -0,3%/°C e -0,35%/°C può incidere notevolmente sulla resa reale durante i mesi estivi sopra i 30°C;
- Verificare l’adattabilità: dimensioni e peso del modulo, compatibilità con le strutture di supporto, perdite di tensione nei cavi, capacità dell’inverter e altri parametri di sistema.
La scelta del modulo non deve basarsi solo su ciò che è “più caro” o “più avanzato”, ma sull’adeguata compatibilità con il sistema: il punto d’equilibrio tra prestazioni, struttura e condizioni progettuali è la chiave per un impianto fotovoltaico industriale efficiente e redditizio.

2. Scegliere il modulo sbagliato può ridurre i profitti del progetto?
Durante l’intero ciclo di vita di un impianto fotovoltaico per azienda, le prestazioni del modulo influenzano direttamente l’efficienza complessiva e il ritorno economico. Alcune aziende, per risparmiare sui costi iniziali, optano per moduli con efficienza più bassa o con un tasso di degrado elevato. Il risultato? Produzione insufficiente, calo dei ricavi e aumento dei costi di manutenzione, con un impatto negativo sull’intera struttura finanziaria dell’impianto, allontanandosi dalle stime iniziali.
Il grafico sottostante mostra il confronto della produzione cumulativa in 25 anni, utilizzando moduli TOPCon, HJT e IBC su un impianto fotovoltaico per capannoni da 100 kWp. Come si può vedere chiaramente, sebbene l’investimento iniziale sia simile tra le tre opzioni, IBC e HJT garantiscono una resa superiore a lungo termine, grazie a un degrado più contenuto e a una migliore risposta alle alte temperature.

3. Alta efficienza non significa scelta ottimale
Molte imprese, al momento dell’acquisto, tendono a preferire moduli con efficienza di conversione più alta, convinte che migliori parametri significhino automaticamente maggiore produzione e ritorni più elevati. Tuttavia, nei progetti reali, puntare solo sull’efficienza può far perdere di vista l’idoneità del modulo rispetto all’ambiente operativo del progetto.
Anche il modulo più efficiente può risultare poco redditizio se non è adatto al clima locale, alla struttura delle tariffe o ai profili di consumo dell’azienda. Soprattutto nei progetti con tetti non standard o budget limitati, scegliere il modulo giusto è molto più importante che scegliere quello più costoso.
Pertanto, nella selezione pratica, la priorità non è individuare chi ha l’efficienza più elevata, ma chi si adatta meglio allo scenario specifico di applicazione.
Cinque indicatori tecnici chiave per la scelta dei moduli fotovoltaici nel settore commerciale e industriale
La selezione dei moduli non riguarda solo la tecnologia, ma rappresenta una vera e propria base strategica per garantire i rendimenti a lungo termine di un impianto fotovoltaico per azienda. Comprendere i “parametri superficiali” non è sufficiente: per scegliere correttamente è necessario valutare cinque dimensioni tecniche fondamentali.
1. Efficienza di produzione reale: aumentare la resa per metro quadro
Nei progetti di fotovoltaico aziendale, l’efficienza dei moduli incide direttamente sulla quantità di energia prodotta per unità di superficie. Questo è particolarmente rilevante nei casi in cui lo spazio sul tetto è limitato: maggiore efficienza significa maggiore valore del sistema.
È importante notare che in fase di selezione va considerata l’efficienza reale dei moduli in produzione, non quella teorica delle celle in laboratorio. Molti produttori promuovono il valore massimo delle celle, che spesso non riflette le prestazioni effettive.
Tra le tecnologie attuali, i moduli IBC – grazie al design senza busbar frontali – riducono le perdite per ombreggiamento e aumentano la produzione specifica del 5–8%, rendendoli ideali per impianti ad alta efficienza. I moduli TOPCon offrono invece un equilibrio ottimale tra efficienza e costo, risultando molto competitivi nella maggior parte degli impianti fotovoltaici per aziende. Per progetti di centinaia di kW, un incremento dell’1% in efficienza può significare 5–8% in più di energia annua, con differenze economiche che si accumulano per decine di migliaia di euro nel lungo periodo.
2. Coefficiente di temperatura: gestire le perdite nei mesi estivi
Nelle regioni meridionali e centrali d’Europa, le temperature estive elevate sono frequenti. Ogni grado in più nella temperatura operativa del modulo causa una riduzione della potenza in uscita, definita appunto “coefficiente di temperatura”.
In applicazioni reali, i moduli IBC dimostrano prestazioni migliori grazie a un’efficace gestione termica e a un coefficiente di -0,29%/°C, superiore rispetto ai TOPCon (-0,32%/°C) e ai PERC (-0,35%/°C). Questa differenza, apparentemente minima, ha un impatto sostanziale in presenza di temperature superiori ai 30°C per lunghi periodi, con effetti cumulativi che possono incidere notevolmente sulla resa annuale dell’impianto.
Il coefficiente di temperatura è spesso trascurato, ma si rivela essenziale nella selezione di moduli per ambienti ad alta irradiazione, tetti metallici o impianti in capannoni industriali soggetti a forte calore.
3. Comportamento al degrado: prolungare la redditività dell’impianto
I moduli fotovoltaici presentano una fase iniziale di “degrado del primo anno”, seguita da un degrado lineare. Tale calo iniziale può variare dallo 0,5% al 2%; se i materiali o i processi produttivi non sono di alta qualità, il degrado sarà più elevato, con effetti negativi sulla produzione energetica a lungo termine.
Tra i diversi moduli, quelli IBC si distinguono per l’utilizzo di backsheet in PVF resistente ai raggi UV e film d’incapsulamento modificati, oltre a test di invecchiamento a doppio strato a 95°C, mantenendo il degrado del primo anno entro lo 0,5%. Questo li rende particolarmente adatti a progetti fotovoltaico aziendale con elevate esigenze di redditività nel tempo, inclusi i sistemi BIPV.
In confronto, i moduli TOPCon di alta qualità presentano un degrado iniziale inferiore all’1%, mentre i moduli PERC spesso registrano valori compresi tra l’1,5% e il 2%.
Anche altri fattori come il tipo di incapsulamento, il grado di impermeabilità e la resistenza al PID (degrado da potenziale indotto) influiscono sul tasso di degrado. Per gli investitori che puntano a generare flussi di cassa stabili e di lungo termine, il controllo del degrado non è un semplice dettaglio tecnico, ma una variabile decisiva che influenza l’intera curva di rendimento.
4. Capacità in condizioni di luce debole: migliorare la resa nelle giornate nuvolose
In condizioni non ideali come cielo coperto, luce obliqua al mattino o ombreggiamenti parziali, la “risposta in condizioni di luce debole” dei moduli fotovoltaici diventa un parametro determinante per la produzione energetica continua. Questo è particolarmente importante in aree con ridotta irradiazione media annua, come il centro della Francia, il nord della Germania o le zone montane italiane: qui la resa in luce diffusa incide direttamente sulla redditività complessiva dell’impianto fotovoltaico per le aziende.
Grazie al design full back contact privo di griglie metalliche frontali, i moduli IBC riducono al minimo le perdite da ombreggiamento e offrono un ampio spettro di assorbimento della luce (300–1200nm), garantendo una produzione stabile anche con bassa luminosità. Sono particolarmente adatti a situazioni con bassa radiazione invernale, tetti mal orientati o riflessioni angolari elevate. Questa capacità di generazione “tutto il giorno” migliora non solo l’efficienza per watt installato, ma anche la stabilità dei ricavi del sistema.
Anche i moduli HJT, grazie alla loro struttura a elevata tensione a circuito aperto e basse perdite di corrente, offrono buone prestazioni in condizioni di luce debole, superiori ai moduli PERC tradizionali e a parte dei TOPCon, risultando ideali in contesti sensibili alla produzione mattutina o serale.
Va sottolineato che, nel mercato europeo con tariffe elettriche differenziate per fascia oraria, i momenti di luce debole spesso coincidono con i picchi di prezzo (es. 8:00–10:00 e 16:00–18:00). Questo significa che l’energia prodotta in queste ore non solo è utile, ma anche più redditizia: aumenta non solo la quantità, ma anche il valore di ogni kilowattora generato.
5. Dimensioni e peso: l’integrazione strutturale conta
Uno dei trend dell’evoluzione dei moduli ad alta efficienza è l’aumento delle dimensioni e del peso: dal formato 166 si è passati ai formati 182 e 210, con maggiore potenza per singolo modulo, ma anche nuove sfide in termini di struttura, sicurezza e compatibilità di sistema.
In ambienti strutturalmente limitati, come tetti in lamiera o capannoni industriali datati, un modulo troppo pesante può rappresentare un rischio per la stabilità del tetto. Inoltre, i moduli di grandi dimensioni possono creare problemi logistici, richiedere modifiche nelle distanze delle staffe, e avere minore resistenza al vento. I parametri elettrici (corrente e tensione) dei moduli oversize devono essere perfettamente compatibili con inverter, quadri di stringa e cablaggio: in caso contrario, si rischia una perdita di efficienza o, peggio, guasti di sistema.
I moduli IBC, con struttura compatta, dimensioni flessibili e peso ridotto, rappresentano una scelta ottimale per progetti con spazio limitato o carichi strutturali ridotti. Sono ideali per tetti in lamiera e per applicazioni BIPV, dove è essenziale bilanciare prestazioni energetiche, facilità di installazione e sicurezza strutturale.
Pertanto, non bisogna puntare ciecamente a moduli più grandi: la selezione deve tenere conto delle condizioni reali del progetto, dalla portata del tetto, alla compatibilità elettrica, fino alla facilità di installazione. Solo un approccio scientifico alla scelta del modulo può garantire un funzionamento stabile ed efficiente dell’impianto nel lungo termine.
Come scegliere i moduli fotovoltaici nei tre scenari aziendali più comuni
Che si tratti di piccoli impianti con spazio limitato, di grandi aree industriali alla ricerca della massima redditività, o di edifici integrati con vincoli estetici, la chiave per scegliere il modulo giusto è l’adattamento al contesto specifico. In questa sezione analizziamo tre scenari tipici, fornendo consigli concreti per aiutare le aziende a scegliere in modo consapevole, installare con efficienza e utilizzare in modo duraturo.
1. Guida alla scelta per progetti aziendali di piccola e media dimensione (<500kWp)
I piccoli impianti fotovoltaici per aziende si concentrano solitamente su PMI, uffici e negozi con tetti limitati e fabbisogni energetici relativamente stabili. Per questi progetti, la selezione dei moduli dovrebbe mirare a massimizzare la produzione per metro quadro e garantire la compatibilità di sistema:
- Preferire moduli ad alta efficienza: con spazio ridotto sul tetto, è consigliabile utilizzare moduli ad alta efficienza come i TOPCon (efficienza ≥22,5%), per massimizzare la produzione per superficie e ottenere maggiore valore dell’energia prodotta;
- Valutare dimensioni e peso: su tetti leggeri come quelli in lamiera, i moduli IBC leggeri e compatti riducono il carico strutturale, migliorano l’estetica e semplificano l’installazione;
- Controllare l’investimento iniziale: evitare di puntare direttamente su IBC o HJT ad alto costo; meglio optare per moduli monocristallini N-type con miglior rapporto qualità/prezzo.
Configurazione consigliata: moduli TOPCon, IBC alleggeriti – bilanciando efficienza, compatibilità e ritorno dell’investimento.

2. Strategie di scelta per grandi impianti commerciali e industriali (≥500kWp)
I grandi impianti fotovoltaici aziendali, come quelli in parchi industriali, magazzini o piattaforme logistiche, dispongono di ampie superfici, carichi energetici costanti e alta quota di autoconsumo. Richiedono moduli con prestazioni tecniche complete:
- Dare priorità alla stabilità di produzione e al basso degrado: consigliato l’uso di moduli TOPCon o HJT di fascia alta, per una minore perdita di potenza, una migliore risposta alle alte temperature e rendimenti più stabili nel tempo;
- Favorire moduli standardizzati con coerenza dimensionale: facilitano la progettazione sistemica, gli acquisti in scala e la gestione intelligente dell’impianto;
- Sfruttare la doppia faccia quando possibile: se il tetto ha superficie riflettente (verniciatura bianca o membrane riflettenti), l’uso di moduli TOPCon o HJT bifacciali può aumentare del 5–15% la resa del lato posteriore, riducendo così il costo livellato dell’energia (LCOE);
Configurazione consigliata: TOPCon (formato 182–72), moduli HJT bifacciali – per aumentare efficienza e affidabilità del sistema.

3. Punti chiave per scenari speciali (BIPV, serre agricole, pensiline)
Negli scenari speciali – come il fotovoltaico integrato in edilizia (BIPV), le serre agricole o le pensiline solari – i moduli devono rispondere sia a requisiti elettrici che a vincoli strutturali ed estetici:
- Scenario BIPV: si raccomanda l’uso di moduli esteticamente curati, leggeri e personalizzabili, come quelli IBC full black o senza cornice, per un’integrazione visiva armoniosa nell’edificio;
- Serre/Pensiline agricole: occorre bilanciare trasparenza e rendimento energetico, scegliendo moduli HJT ad alta trasmittanza o moduli a strisce personalizzate;
- Aree esposte a corrosione, vento forte o installazioni complesse: preferire moduli con elevata affidabilità, basso PID e certificazioni anti-salsedine e resistenza al carico vento.

Tendenze future dei moduli fotovoltaici: l’evoluzione tecnologica influenzerà le scelte progettuali
L’evoluzione dai moduli PERC verso soluzioni più efficienti come TOPCon, HJT e IBC non rappresenta solo un progresso tecnologico, ma incide direttamente sulla struttura dei rendimenti a lungo termine di un impianto fotovoltaico per azienda. Per le imprese che stanno sviluppando o pianificando investimenti nel fotovoltaico aziendale, comprendere l’orientamento di queste tecnologie permette di prendere decisioni più lungimiranti.
1. Le tecnologie N-type ad alta efficienza diventeranno lo standard
Attualmente, i moduli P-type PERC dominano ancora il mercato, ma il loro potenziale di miglioramento in termini di efficienza è ormai vicino al limite. A partire dal 2025, le tecnologie N-type come TOPCon e HJT sono destinate a sostituire rapidamente i PERC, diventando la prima scelta per i nuovi impianti:
- TOPCon: continua a offrire un ottimo rapporto qualità/prezzo, adatto alla maggior parte degli scenari standard nel settore fotovoltaico per le aziende;
- HJT: elevata bifaccialità e basso coefficiente di temperatura, ideale per ambienti ad alta temperatura e con superfici riflettenti;
- IBC: massima efficienza e design raffinato, particolarmente adatto per applicazioni con elevati requisiti estetici e prestazionali come i progetti BIPV.
Si prevede che entro tre anni, i moduli N-type supereranno il 50% della quota di mercato. Affidarsi ancora ai PERC nei nuovi progetti potrebbe comportare svantaggi in termini di efficienza energetica, costi di manutenzione e valore residuo dell’impianto.
2. Maggiore integrazione dei moduli: verso “leggerezza + intelligenza”
- Moduli leggeri: per adattarsi ai limiti di carico dei tetti e facilitare trasporto e installazione, le soluzioni leggere come i moduli bifacciali in vetro-vetro o flessibili si diffonderanno ulteriormente;
- Moduli intelligenti: l’integrazione di ottimizzatori, microinverter e altri componenti intelligenti aumenterà la sicurezza e l’efficienza della manutenzione.
In scenari complessi o ad alta precisione, i moduli intelligenti permettono il monitoraggio indipendente e la diagnosi dei guasti di ogni singolo pannello, riducendo le perdite di produzione dell’impianto.
3. ESG e standard di carbon footprint spingeranno alla trasformazione dei produttori di moduli
Le normative europee sulla filiera verde – come la rendicontazione dell’impronta di carbonio e gli obblighi di riciclo – obbligheranno i produttori di moduli a ridurre l’impatto ambientale dei materiali, progettare con criteri di riciclabilità e aumentare la trasparenza nei processi.
Per le imprese, scegliere moduli con certificazioni a basse emissioni, tracciabilità delle prestazioni di ciclo vita e percorsi di riciclo chiari sarà un vantaggio competitivo: non solo per soddisfare le esigenze dei report ESG, ma anche come leva per ottenere finanziamenti e rafforzare il valore del marchio, specialmente nei progetti di fotovoltaico senza investimento.
Conclusione
La scelta dei moduli non è solo una “questione tecnica” nella fase di acquisto, ma una variabile strategica che determina se un impianto fotovoltaico per azienda potrà davvero raggiungere i rendimenti attesi. Nel 2025, con il continuo sviluppo delle tecnologie ad alta efficienza come TOPCon, HJT e IBC, il fotovoltaico aziendale entrerà in una nuova fase: moduli selezionati con precisione e adattamento specifico al contesto.
Le strategie di scelta non dovranno più limitarsi al confronto dei parametri tecnici, ma considerare struttura progettuale, carichi energetici e ritorno sull’investimento. Solo costruendo un criterio di compatibilità su più livelli si potrà garantire la massima efficienza del sistema.
Scegliere il tipo di modulo davvero adatto al proprio progetto significa ottenere produzione stabile e rendimenti durevoli. Speriamo che questa analisi possa aiutare sviluppatori e imprese a orientarsi in un mercato complesso, trovando le soluzioni fotovoltaiche più idonee per un investimento energetico più sicuro e sostenibile.
Dal 2008, Maysun Solar è sia investitore che produttore nel settore fotovoltaico, offrendo soluzioni solari su tetti commerciali e industriali a zero investimento iniziale. Con 17 anni di esperienza nel mercato europeo e 1,1 GW di capacità installata, proponiamo progetti fotovoltaici completamente finanziati, consentendo alle aziende di valorizzare i propri tetti e ridurre i costi energetici senza alcun anticipo. I nostri pannelli avanzati IBC, HJT e TOPCon, insieme alle stazioni solari da balcone, garantiscono alta efficienza, durabilità e affidabilità nel lungo termine. Maysun Solar si occupa di tutte le autorizzazioni, dell’installazione e della manutenzione, assicurando una transizione all’energia solare fluida e senza rischi, con rendimenti stabili nel tempo.
Riferimenti
SolarPower Europe. Prospettive del mercato fotovoltaico dell’UE 2024–2028.
https://www.solarpowereurope.org/insights/market-outlooks/eu-market-outlook
Eurostat. Prezzi dell'elettricità per i consumatori non domestici – dati semestrali (dal 2007 in poi). https://ec.europa.eu/eurostat/databrowser/view/nrg_pc_205/default/table
TÜV NORD. Rapporto comparativo sulle prestazioni in campo: TOPCon vs XBC – Laizhou, Cina 2024. https://www.tuev-nord.de
GSE – Gestore dei Servizi Energetici. Autoconsumo fotovoltaico industriale: dati e tendenze 2023–2024. https://www.gse.it
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