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Ritorno sull'investimento fotovoltaico in Italia 2025: guida completa al calcolo del ROI

· A proposito del fotovoltaico,Novità dal settore fotovoltaico

Introduzione: Solo con un ROI chiaro si può investire con serenità

Nel primo semestre del 2025, l’Italia ha aggiunto circa 1,4 GW di nuova capacità fotovoltaica, superando i 38,5 GW totali e mantenendo saldamente la terza posizione nel mercato europeo. Tuttavia, per molte imprese, la questione centrale non è più "possiamo installare un impianto?", ma piuttosto "riusciremo ad avere un ritorno stabile e duraturo?"
Nonostante il rallentamento del segmento residenziale, il fotovoltaico aziendale e i grandi progetti continuano a crescere. La correlazione tra la struttura dell’impianto fotovoltaico per le aziende e il tempo di ritorno dell’investimento si fa sempre più stretta. In un contesto di incertezza dei prezzi dell’energia e di modifiche agli incentivi, è fondamentale per le aziende valutare i fattori chiave che influenzano il ROI, basandosi su previsioni energetiche scientifiche e su calcoli di redditività affidabili.

1. La produzione annuale determina il ROI? Calcolala con precisione prima di parlare di profitti

La redditività di un impianto fotovoltaico per azienda dipende, prima di tutto, dalla quantità di energia prodotta. Per le imprese, il valore della produzione annua è la base della struttura dei ricavi e il perno delle previsioni di flusso di cassa. Le stime approssimative non bastano: servono parametri reali e modelli verificabili.
La formula comunemente utilizzata è:
Produzione annua (kWh/anno) = Potenza impianto (kWp) × Irraggiamento annuo medio regionale (kWh/kWp·anno) × Coefficiente di efficienza del sistema

Tra i parametri fondamentali c’è l’irraggiamento solare, che varia significativamente da nord a sud:

  • Sud Italia (Puglia, Sardegna, Sicilia): in molte zone si raggiungono valori tra 1.400 e 1.600 kWh/kWp, con picchi vicini ai 1.700 kWh/kWp in impianti ottimizzati per inclinazione e orientamento.
  • Nord Italia (Lombardia, Veneto): la produzione media si aggira tra 1.100 e 1.300 kWh/kWp. Il valore medio nazionale è di circa 1.122 kWh/kWp (rapporto IEA PVPS 2023).

Queste differenze geografiche influenzano sensibilmente il ROI, specialmente nei progetti di fotovoltaico per le aziende.

Oltre alla posizione, l’efficienza dell’impianto è influenzata da molteplici fattori locali: orientamento dei pannelli fotovoltaici, ombreggiature, temperature elevate, perdite degli inverter, cadute di tensione nei cavi, frequenza della manutenzione e pulizia dei moduli.
Le differenze tra valori teorici e dati reali spesso si accumulano proprio in questi dettagli.
Per le imprese che puntano a un rendimento stabile, è cruciale sviluppare un modello energetico preciso. Si consiglia di includere, già in fase di valutazione, dati reali sull’irraggiamento e informazioni climatiche storiche del sito, calibrando i calcoli con parametri tecnici come il coefficiente di temperatura dei moduli e l’efficienza degli inverter. Affidarsi solo a “valori di riferimento” o dati promozionali dei fornitori è rischioso: un errore del 5% nella stima della produzione può significare 1–2 anni in più per rientrare dell’investimento.

Formula di calcolo del ROI per un impianto fotovoltaico aziendale

2. Da dove arrivano i ricavi del fotovoltaico? Tre fonti principali

Una volta stimata la produzione annuale dell’impianto, il passo successivo è capire come questa energia si traduca in valore economico. Per le imprese, un impianto fotovoltaico non genera “profitto” di per sé: il valore dipende da quanto bene l’energia prodotta viene autoconsumata, incentivata o venduta. La chiave della struttura di rendimento sta quindi nella destinazione dell’energia e nei meccanismi di prezzo.

In Italia, un progetto di fotovoltaico per le aziende genera normalmente tre tipologie di ricavi: risparmio energetico sull’autoconsumo, incentivi statali e ricavi dalla vendita in rete. La proporzione tra queste voci varia in base alla scala e alla configurazione dell’impianto, ma nel complesso definisce il ritorno economico dell’investimento.

La fonte più diretta è il risparmio energetico in azienda: nelle realtà industriali e commerciali, dove i prezzi dell’elettricità superano spesso i 0,25€/kWh, ogni kWh autoconsumato comporta un risparmio reale. In ambienti con carichi elevati durante il giorno e forte attenzione all’efficienza, è comune raggiungere livelli di autoconsumo superiori al 70%. Questa voce è indipendente dalle fluttuazioni del mercato, e rappresenta la componente più stabile e prioritaria del ritorno economico. Ogni kWh autoconsumato equivale a una spesa evitata sull’acquisto di energia.

A seguire, troviamo gli incentivi statali, principalmente attraverso i meccanismi dello Scambio sul Posto (SSP) e del Ritiro Dedicato (RID). Il primo, pensato per impianti medio-piccoli, consente di compensare virtualmente l’energia immessa in rete con l’energia prelevata, mentre il secondo si applica più spesso agli impianti di grandi dimensioni, con il GSE che acquista mensilmente l’energia immessa secondo prezzi di mercato o concordati. Sebbene queste formule non siano più redditizie come il vecchio Conto Energia, restano fondamentali per assicurare entrate stabili in un progetto ben strutturato di impianto fotovoltaico per azienda.

Infine, la terza componente del rendimento arriva dalla vendita dell’energia eccedente immessa in rete. Quando la produzione supera il fabbisogno aziendale, l’energia in eccesso può essere venduta, ma i ricavi dipendono fortemente dall’andamento del mercato elettrico. Attualmente i prezzi variano tra 0,08 e 0,15€/kWh in base all’area geografica, all’orario e al tipo di contratto. Se si intende puntare su questa voce, è essenziale stipulare con anticipo accordi di compravendita dell’energia per garantire stabilità e continuità.

In sintesi, una buona struttura di rendimento deve basarsi su un alto tasso di autoconsumo, accompagnato da incentivi e da un modello di vendita in rete calibrato. Inseguire esclusivamente la massima potenza installata può ridurre il valore economico di ogni singolo kWh prodotto e allungare i tempi di ammortamento. Per questo, nella progettazione dell’impianto, le aziende dovrebbero partire dalla propria curva di consumo, non dal solo picco installabile. Questo è il presupposto per garantire un ritorno stabile e sostenibile da un progetto di fotovoltaico aziendale.

La produzione annua, determinata da capacità dell’impianto, risorsa solare e rendimento dei moduli fotovoltaici, è la base di tutti i ricavi. Di seguito alcune formule utili:

  • Risparmio da autoconsumo = Produzione annua × Percentuale di autoconsumo × Prezzo dell’energia
  • Incentivo GSE = Produzione annua × Tariffa incentivante (€/kWh)
  • Vendita in rete = Produzione annua × (1 - Percentuale di autoconsumo) × Prezzo di vendita
Composizione delle tre fonti di ricavo delfotovoltaico

3. In quale zona si guadagna di più? Differenze tra Nord e Sud Italia

Quando si investe in un progetto fotovoltaico aziendale in Italia, la posizione geografica è uno dei principali fattori che determinano il ritorno economico. Pur avendo condizioni medie di irraggiamento superiori rispetto a molti paesi europei, l’Italia presenta forti differenze tra Nord e Sud, che si riflettono direttamente sul ROI.

La produzione media annua di un impianto fotovoltaico per azienda varia generalmente tra 1.000 e 1.500 kWh/kWp. Tuttavia, fattori come la maggiore copertura nuvolosa al Nord e l’orografia più complessa al Centro fanno sì che nelle regioni settentrionali (come Lombardia o Veneto) il valore tipico si attesti tra 1.100 e 1.200 kWh/kWp. Al contrario, nel Sud (es. Puglia, Sicilia) si superano frequentemente i 1.400–1.600 kWh/kWp, rendendo possibile ottenere ricavi annui anche del 30% superiori a parità di potenza installata. Inoltre, l’elevata autoconsumo aiuta ad ammortizzare più rapidamente l’investimento iniziale.

Le esperienze reali lo confermano: un impianto fotovoltaico aziendale in Sud Italia, con profilo di carico stabile nelle ore diurne e buon livello di autoconsumo, può raggiungere il pareggio in 4–5 anni. Al Nord, anche con una progettazione ottimale, spesso servono 6–8 anni. Altri fattori come la temperatura, la costanza dell’irraggiamento e la facilità di accesso alla rete influenzano ulteriormente il rendimento.

Sebbene l’irraggiamento influenzi il tetto massimo di produzione, non è l’unico parametro da considerare. Il ROI effettivo dipende anche dai prezzi dell’energia, dalla compatibilità con il profilo di carico aziendale e dalle politiche incentivanti. Ad esempio, in alcune città del Nord dove il prezzo dell’energia è elevato, è possibile ottenere un buon ritorno anche con minore produzione, grazie all’alto tasso di autoconsumo. Al contrario, zone del Sud con ottima insolazione ma basso carico aziendale possono richiedere più tempo per rientrare dell’investimento.

Per questo, nella valutazione di un investimento fotovoltaico, non basta considerare solo l’irraggiamento o la potenza installata. Bisogna partire dalla logica reale della struttura dei ricavi. I fattori chiave che influenzano il ROI sono: la risorsa solare locale, il profilo di consumo dell’azienda e l’allineamento tra configurazione dell’impianto e carico elettrico. Al Nord, dove la densità urbana limita spazio e semplicità progettuale, diventa essenziale che questi elementi siano ben armonizzati per massimizzare la produzione, aumentare l’autoconsumo e garantire sostenibilità economica nel tempo.

Distribuzione delle risorse solari in Italia

4. Come garantire rendimenti a lungo termine? Decisivi degrado e O&M

Per la maggior parte delle imprese, il primo fattore considerato in un investimento fotovoltaico è quanto velocemente si possa rientrare dei costi. Tuttavia, da una prospettiva finanziaria, il periodo in cui si genera il vero profitto inizia spesso dopo il sesto anno. Di conseguenza, il rendimento a lungo termine non dipende tanto dalle performance iniziali, quanto dalla capacità del sistema fotovoltaico di mantenere prestazioni stabili lungo l’intero ciclo di vita – in particolare dalla traiettoria di degradazione dei moduli fotovoltaici e dalla qualità della manutenzione ordinaria.

Tutti i moduli fotovoltaici subiscono un calo di prestazioni nel tempo, ma le tecnologie differiscono. Le tecnologie attualmente più diffuse, come TOPCon e IBC, hanno un tasso medio di degradazione annua intorno allo 0,4%, mentre i moduli HJT si attestano su 0,35%/anno. In un arco di 25 anni, queste differenze possono causare una perdita cumulata del 2–5% nella produzione complessiva, con un impatto economico che può arrivare a migliaia di euro sul rendimento netto di un impianto fotovoltaico per azienda.

Tuttavia, anche con moduli fotovoltaici di alta qualità, una manutenzione inadeguata può portare a significative perdite reali di produzione. Tra i problemi più comuni si riscontrano: guasti agli inverter non risolti in tempo, accumulo di polvere che genera hot-spot, invecchiamento dei cavi che aumenta la resistenza elettrica. In progetti reali, una gestione non sistematica del sistema fotovoltaico può causare perdite annuali del 3–7%, ben superiori ai valori di degrado teorico. L’effetto cumulato di questi problemi può ridurre drasticamente il tasso interno di rendimento (IRR) del progetto, estendendo il periodo di rientro da 6 a 8 anni o oltre.

Durante la realizzazione di un sistema fotovoltaico, molte aziende si concentrano esclusivamente sul prezzo dei moduli fotovoltaici o su modelli di produzione teorici, trascurando la necessità di garantire la continuità delle prestazioni nel lungo periodo. In realtà, è fondamentale pianificare sin dalla fase iniziale strategie di manutenzione, come monitoraggio remoto, pulizia regolare e contratti di servizio pluriennali. Questi elementi rappresentano la base operativa per garantire il ritorno atteso. Il loro impatto economico sull’investimento fotovoltaico è minimo, ma la loro efficacia può determinare se il sistema manterrà prestazioni soddisfacenti anche dopo dieci anni.

Dal punto di vista della redditività, un progetto veramente sostenibile non si giudica solo in base alla produzione iniziale, ma in base alla sua capacità di mantenere rendimenti nel tempo. L’utilizzo di moduli fotovoltaici a bassa degradazione, unito all’implementazione di un piano di manutenzione sistemica e attuabile, costituisce la doppia garanzia per assicurare che un investimento fotovoltaico sia in grado di generare ritorni economici lungo un arco di 25 anni.

Degradazione Cumulata dei Moduli FV in 25 Anni

5. Calcolo autonomo del ritorno: valuta la tua proposta di investimento

Durante la fase di progettazione e valutazione, molte imprese si trovano di fronte alla stessa domanda: come quantificare i rendimenti del fotovoltaico aziendale? Parametri chiave come tempo di ammortamento, rendimento annuo e ritorno totale sull’investimento dipendono da vari fattori e non possono essere stimati con semplici approssimazioni. Per ottenere previsioni affidabili prima dell’installazione, è essenziale costruire un modello di ROI basato sui dati specifici dell’azienda.

Per aiutare le imprese a valutare in modo accurato il proprio progetto di impianto fotovoltaico per azienda, abbiamo sviluppato uno strumento online di calcolo ROI. È pensato per effettuare valutazioni rapide in fase preliminare: basta inserire pochi parametri fondamentali (potenza dell’impianto, percentuale di autoconsumo, prezzo dell’energia, costo d’investimento, tasso di degradazione previsto), e il sistema calcola automaticamente indicatori chiave come ROI, IRR, tempo di rientro e rendimento del primo anno.

Questo strumento si adatta a tutte le tipologie di progetti di fotovoltaico per le aziende, consentendo di basare le decisioni su numeri concreti in funzione del proprio profilo di consumo energetico e degli obiettivi d’investimento. Aiuta inoltre a evitare sovradimensionamenti non necessari o una dipendenza eccessiva dagli incentivi, favorendo una comunicazione più chiara con installatori e partner commerciali.

Inserisci ora i dati principali del tuo impianto – potenza, autoconsumo, prezzo energia – e ottieni subito online i principali indicatori economici: ROI, IRR e tempo di rientro.
Lo strumento è disponibile in fondo alla pagina: calcola ora il rendimento del tuo progetto fotovoltaico aziendale.

Maysun Solar offre soluzioni fotovoltaiche su misura per le imprese italiane, con tecnologie ad alta efficienza come IBC, TOPCon e HJT. I nostri moduli fotovoltaici sono integrabili in impianti di autoconsumo, modelli di affitto tetto fotovoltaico e sistemi di proprietà. Ogni configurazione è progettata per massimizzare il ritorno sull’investimento, ridurre i costi energetici e garantire prestazioni affidabili nel lungo periodo.

Visita il sito Web

Riferimenti

GSE – Rapporto Statistico sul Fotovoltaico 2024
https://www.gse.it/dati-e-scenari
ARERA – Prezzi dell’energia elettrica per clienti non domestici
https://www.arera.it
PVGIS – Sistema Informativo Geografico Fotovoltaico (Commissione Europea)
https://joint-research-centre.ec.europa.eu/pvgis-photovoltaic-geographical-information-system_en
SolarPower Europe – Previsioni di mercato dell’UE per il fotovoltaico 2024–2028
https://www.solarpowereurope.org/
DNV – PV Module Reliability Scorecard 2024
https://www.dnv.com/publications/
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